Stimata personalità giuridica

Vittorio Aymone

Vittorio Aymone è uno dei più grandi Avvocati Italiani del ‘900, protagonista assoluto del Foro di Lecce così come della vita sociale e politica della Città e dell’intero Salento.

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Egli nasce a Tricase il 15 dicembre 1920. Dopo avere frequentato a Lecce il Liceo Classico Palmieri, si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza presso l’Università La Sapienza a Roma, dove consegue la laurea nel 1942. Affascinato dalla sapienza scientifica dei Suoi Maestri (in quel momento a Roma insegnavano le migliori menti giuridiche d’Italia: il Prof. Zanobini per il diritto amministrativo, il Prof. Santi Romano per il Diritto Costituzionale, il Prof. Arturo Rocco per il Diritto Penale; il Prof. Filippo Vassalli per il Diritto Civile), e nonostante l’accorato invito a proseguire nella carriera universitaria rivoltogli dal prof. Filippo Vassalli (Suo Relatore in seduta di laurea), Egli decide, comunque, di rientrare a Lecce.

Egli così ricorda quel frangente: “avevo lasciato a Roma i grandi giuristi, molti dei quali tempravano al fuoco del dibattimento la bontà delle loro intuizioni ed il frutto delle loro meditate conquiste e scoprivo a Lecce i grandi avvocati che usavano il dibattito forense per approfondire la indagine scientifica”.  Giuseppe De Simone e Michele De Pietro i Suoi Maestri dei quali in ogni occasione Egli dirà: “cercai di vedere il processo e di parlare seguendo il mio temperamento senza mortificarlo, raccogliendo e facendo mia la sostanza del messaggio che promanava dalle coscienze più elette, interpreti della tradizione; e quel messaggio è e rimane una grande indicazione morale che vale in ogni tempo: non si può essere avvocato tenendo distinto l’abito professionale dal costume di vita, ma soltanto identificandoli”.

Interprete originale ed unico di un’oratoria moderna, “affascinante, in cui l’essenzialità del concetto, retto da ampio sapere scientifico, diventa vibrante testimonianza di verità e illuminazione degli stati d’animo”, Egli per cultura, per intuito, per equilibrio e soprattutto per eloquenza ha saputo esprimere un’oratoria sganciata da ogni retorica, rivolta alla sostanza del discorso ed alla soluzione sostanziale dei temi in scrutinio.

Maestro per tutti, sia per coloro che hanno avuto il privilegio di formarsi nel Suo studio e sia per i giovani avvocati che frequentavano le aule penali per ascoltare una Sua arringa, egli ha sempre insegnato a ricercare l’originalità e l’unicità nell’interpretazione del processo avendo sempre quale guida i valori fondanti della correttezza e della lealtà nei confronti dei colleghi così come dei Magistrati.

Egli ha sempre profuso energie alla formazione delle giovani generazioni di avvocati, convinto assertore della importanza fondamentale del ruolo, appunto, dei grandi del passato e dell’insegnamento dei Maestri, perché “noi siamo ciò che abbiamo fatto, ciò che abbiamo amato, ma anche ciò che ricordiamo”

A tutti i giovani avvocati Egli era solito rivolgere un monito sempre più attuale e cioè che fare l’Avvocato è cosa ben diversa dall’essere Avvocato e ciò in quanto: “fare l’avvocato comporta preparazione, determinate attitudini, la capacità di inserirsi nel mondo del lavoro; essere avvocato significa sapere agire in ogni momento nel rispetto della libertà, della sacralità delle persone che si affidano alla nostra difesa”. La libertà intesa quale “diritto di fare tutto ciò che la legge non può vietare perché legato alla sacralità della persona umana” perchè gli Avvocati sono “il presupposto del potere giurisdizionale perché senza un libero contraddittorio, senza una valida difesa non vi può essere giustizia ma soltanto prevaricazione del più forte nei confronti del più debole”

Eletto giovanissimo Consigliere dell’Ordine è per ben quattro consiliature rappresentante degli Avvocati salentini presso il Consiglio nazionale Forense del quale è prima Segretario e, poi, V.Presidente. Dopo essere stato Presidente del Consiglio dell’Ordine di Lecce per molti anni, Egli viene designato per acclamazione Presidente Onorario.

Quale Presidente del Centro Studi Giuridici Michele de Pietro, spesso in collaborazione con il Centro di Prevenzione e Difesa sociale di Milano, richiama a Lecce le migliori menti giuridiche italiane per lo studio e l’approfondimento dei temi giuridici di attualità consentendo così a tutti i giovani, in quegli anni privi dei collegamenti internet e degli attuali mezzi di comunicazione, di partecipare a dibattiti giuridici e culturali di livello elevatissimo.     

Quale componente dell’ufficio di Presidenza della Commissione Consuntiva per la Riforma del Codice di Procedura Penale partecipa alla stesura del Codice di Procedura attualmente in vigore.

L’Avvocato Aymone non ha mai inteso il ruolo dell’Avvocato e dell’Avvocatura relegato all’attività giudiziaria ma ha sempre propugnato ed affermato la necessità per l’Avvocatura di essere soggetto politico e, così, fornire un contributo fattivo e concreto alla vita della società. 

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Un’Avvocatura degna di tal nome è indispensabile per consentire allo Stato democratico “non solo di proclamarsi formalmente ma di essere nella sua essenza ciò che i giuristi e tutti i cittadini intendono quando si parla di stato di Diritto”. 

Eletto consigliere Provinciale, dal 1951 al 1956 è Assessore alla Cultura, ruolo che risulterà decisivo per la creazione del consorzio per l’Università di Lecce così come, quale Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati, sarà decisivo per l’istituzione a Lecce della Facoltà di Scienze Giuridiche.

In occasione dell’intervento per il 60° anno di Toga, egli si congeda così dai moltissimi intervenuti per partecipare al momento di festa e dice: “..Thanatos giunge non soltanto per me, giunge per tutti: Ella applica una regola ineludibile. Al suo arrivo dobbiamo trovarci con la coscienza tranquilla; e la coscienza sarà tranquilla se la avremo tenuta inquieta nel corso di tutta la nostra vita. Soltanto così, quando la parabola sarà chiusa e dovremo rendere conto – a noi stessi prima che ad altri – del nostro operato, potremo stare tranquilli”.

Egli muore a Lecce il 21 gennaio 2010.

Il ricordo dell’Avvocato Aymone è il ricordo di un Uomo e di un Avvocato senza tempo perché egli non è stato un Uomo e Avvocato del suo tempo ma è stato precursore del futuro, di un futuro assoluto, nell’oratoria e nelle idee.

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"L’Avvocato deve osservare i doveri di probità, dignità e decoro”
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